incesto
Orfanotrofio Statale Praga 1936 . 2 - terzo capitolo -
di gilso
07.09.2021 |
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"Fu Roselin ad intervenire ed ad organizzarci..."
Per tutti noi ragazzi che di esperienze sessuali non ne avevamo mai avute fu scioccante vedere quella Donna giunonica nuda sul letto col culo in alto e le sue tette che gli cadevano sul lenzuolo dimenare le terga come a richiamare la nostra attenzione .
Fu Roselin ad intervenire ed ad organizzarci .
Due di noi ci mise di fronte a quella Donna , alla sua faccia in modo che avesse due cazzi da succhiare , altri due di noi li fece allungare di schiena sul letto con la faccia sotto alle sue mammelle con l'obbligo di succhiarle i capezzoli , poi toccò a me .
A me diete il compito di salirgli a cavalcioni sulla schiena e di separarle le natiche .
Ricordo il piacere che provai nel vedere i cazzi dei miei cinque compagni rimasti inserirsi dietro ordine di Rosenin nella figa della signora e rammento il piacere che provai nel strofinarmi sulla sua schiena col cazzo in tiro .
Quella Donna da vera porca succhiava e si faceva succhiare le tette mentre da dietro a turno gestiti dalla vicedirettrice si faceva scopare da cinque ragazzi che le stantuffavano dentro .
Vedevo i cazzi dei miei due compagni allungati sul letto intenti a succhiarle le tette di Olga tesi come due bastoni , altri cazzi entrarle ed uscirle dalla figa che con le mani tenevo aperto e penso che sia stato in quel momento che mi innamorai dei cazzi , di quel sesso uguale al mio .
La monta alla pecorina di quella Donna fu lunga e goduriosa ma volle essere scopata anche da distesa .
Si allungò sul letto a gambe larghe si fece salire uno di noi sulla pancia e col cazzo che le puntava le tette mettendogli le mani sulle natiche lo attirò a se in modo da poterglielo prendere in bocca , se lo succhiò per bene poi se lo imprigionò in mezzo alle tette .
Fu naturale per quel ragazzo piccolo magro ed inesperto di quelle cose introdursi in quel solco paradisiaco e ritmare il movimento della scopata .
Voglio che questi ragazzi mi vengano dentro alla figa .
Disse la ricca signora depravata alla vice del direttore che la osservava godere .
Sarà fatto , rispose Roselin .
Si tolse la giacca della divisa , la camicia , si denudò il seno e restando solo con la gonna che le arrivava sotto alle ginocchia e l'enorme seno nudo che le ballava da tutte le parti andò a prendere la poltroncina che stava nell'angolo della stanza , la posizionò ai piedi del letto e quando fu comodamente seduta con la gonna alzata sulle cosce aperte uno alla volta , in mezzo alle sue gambe aperte , ci succhiò con le sue labbra calde e carnose in modo di avere i nostri cazzi pronti ed al culmine del piacere .
Fu una catena di montaggio .
Roselin in mezzo alle sue gambe ci succhiava e poi ci passava ad Olga che a figa aperta ci aspettava .
Siiiiiiiiiiiiii , sibilò Olga alla prima penetrazione .
Ooooooooooooo , quando si sentì spruzzare sul viso dal cazzo che aveva in mezzo alle tette e nella figa contemporaneamente .
I primi due ragazzi avevano goduto , uno nella figa e l'altro in mezzo alle tette provocandole l'orgasmo .
Ancora , ancora , supplicò la signora Olga raccogliendo con la lingua il poco nettare rimastole sulle sue labbra .
Fu una processione dentro di lei , dentro la sua figa , una processione di piccoli cazzi che le sborrarono dentro provocandole un'infinità di orgasmi .
Ricordo ancora il piacere che provai nel penetrare quella Donna e di venirle dentro e ricordo il mare di liquido seminale che vi era in quella figa allagata che mi faceva sguazzare dentro .
Soddisfatta dai ripetuti orgasmi con la figa che le colava sborra si alzò poi disse alla vicedirettrice che sarebbe andata a lavarsi , noi fummo riportati nel nostro settore .
Finì cosi la seconda esperienza sessuale avuta in quell'orfanotrofio .
Terza seduta
Alla terza seduta le raccontai della violenza che subimmo io e Gianni mio vicino di letto .
Dopo quattro mesi in quell'orfanotrofio uscivo per la prima volta .
A caricare noi ragazzi venne un camion chiuso guidato da Adamic il quale in fretta e furia ci fece salire nel cassone dietro che già conteneva tre ragazzine , tre ragazzine giovani come noi , ci chiuse dentro poi ritornò alla guida .
In quel cassone fummo sballottati per mezzora , poi si fermò .
Terrorizzati al buio e senza aria restammo fermi una decina di minuti abbracciandoci in gruppo fino a quando Adamic non venne ad aprire il portellone del cassone del camion scaricandoci a terra con brusche maniere , poi aiutato da Roselin , anch'essa presente in quella uscita , fummo portati in un grande capannone dove enormi cataste di pelli giacevano a terra .
Pensai alla conceria del marito di Olga e non sbagliai deduzione quando la vidi assieme a suo marito , al direttore dall'orfanotrofio e ad altre sei persone , tre Donne e tre Uomini di una certa età .
Le signore , forse sessantenni , due di loro piccole rispetto ai loro Uomini alti e panciuti , sgranarono gli occhi quando ci videro così piccoli e belli .
Leggevo nei loro occhi il desiderio di possederci .
Adamic e Roselin ci fecero togliere la divisa e tutto quello che avevamo addosso poi ci ordinarono , mostrando il frustino di cuoio che entrambi avevano in mano di metterci a quattro zampe come degli animali .
Sembravamo cinque pecorelle , tutti uniti maschi e femmine col culo in bella vista sotto gli occhi di quei depravati .
Seguitemi , il primo che si alza lo massacro .
Disse Adamic battendosi il frustino sul palmo della mano minaccioso .
Come un piccolo gregge davanti a quei vecchi signori che ci seguivano vedendoci sculettare velocemente per tenere il passo lo seguimmo nel suo percorso che si inoltrava nel capannone fino a raggiungere un locale che a prima vista , vedendo i ganci e le catene che scendevano dal soffitto pareva un mattatoio .
Con l'aiuto di Roselin Adamic ci fissò a quelle catene che scendevano dal soffitto bloccandoci i polsi poi tramite un argano elettrico ci sollevò quel tanto da farci restare in punta di piedi .
Eravamo nelle loro mani , di noi potevano fare tutto quel che volevano : eravamo cinque corpi a loro disposizione .
I cinque Uomini e le quattro Donne che fermi all'entrata del locale avevano assistito al nostro incatenamento ci vennero vicino e a turno ci baciarono .
La prima a toccarci fu la signora alta e dal grande seno che spogliandosi completamente iniziò a toccare me che ero il primo della fila .
Quella signora dai capelli lunghi e biondi che pareva una vichinga da prima mi strusciò i seni sulla faccia poi inginocchiandosi mi prese in bocca il pene inerme , mi diede un paio di pizzicotti ai capezzoli poi si alzò passando oltre .
Mentre io venivo palpato dalla seconda signora che nel frattempo si era spogliata , una Donna piccola e grassa dal seno cadente e dai capelli corti e neri , la vichinga la vidi attaccarsi ai seni di Ania mia vicina di catena , una ragazzina piccola dal corpicino esile e dai capelli biondi racchiusi in due trecce .
La baciò , da prima sulle tette ancora da sviluppare , poi , prendendola a piene mani dietro le natiche anche in mezzo alle piccole cosce unite , la leccò per un paio di minuti poi passò oltre e cosi via .
Fui baciato e leccato dalla seconda Donna poi dalla terza , una signora mora dai capelli lunghi , snella e dal viso severo che subito si buttò in ginocchio d'avanti al mio cazzo in adorazione : ricordo ancora il calore della sua bocca racchiusa sul mio piccolo pene , la sua ingordigia nell'inghiottirmi .
Poi lei passò ad Ania , io nelle fauci di Olga ultima delle Donne .
Vedevo i quattro Uomini in fila alla mia destra prepararsi a sostituire l'ultima Donna .
Teso come una candela e col cazzo in tiro l'attesa fu breve .
Il primo dei quattro Uomini che nel frattempo si era spogliato si avvicinò a me ed iniziò a toccarmi , era un Uomo enorme rispetto agli altri tre che seguivano , un Uomo alto circa due metri dai capelli corti e bianchi .
Mi palpò il culo con le sue grosse mani , mi leccò i capezzoli , poi si impadronì del mio sesso richiudendoselo in bocca .
Godevo e penso abbiano goduto anche gli altri miei amici di sventura al tocco delle loro mani e bocche che ci frugavano dappertutto .
Fui leccato e baciato anche dal secondo Uomo , un Uomo grasso e calvo dagli occhiali spessi un centimetro , dal terzo con barba e baffi e dal quarto che era il direttore dell'orfanotrofio , il signor Paulesgovi .
MI baciò anche lui i capezzoli il pene e la bocca poi come fecero gli altri arrivò alla fine dei nostri corpi appesi .
Guardai i miei compagni cercando di capire dalle loro espressioni se anche per loro era piacevole quel gioco , notai Giovanni col cazzo in tiro come me nell'impossibilità di nascondere la propria erezione poi guardai Ania Lisa ed Ortensia che stavano alla mia sinistra cercando di capire se anche loro fossero eccitate , guardai i loro corpi nudi e sottili , la bellezza dei loro visi , la loro sottomissione .
Troppo bravi !! troppo bravi questi ragazzi , non anno reazioni questi piccoli porcellini .
Esclamò uno dei signori rivolgendosi al direttore .
Sono qui nelle vostre mani e starà a voi decidere di cosa fare dei loro corpi .
Ribatte il direttore raggelandoci il sangue .
Il gruppo di signore e signori confabulo in cerchio per alcuni minuti poi armandosi ognuno
di una striscia di cuoio presa da un tavolo dove si lavoravano le pelli iniziarono a colpirci .
Infierirono sui nostri corpi frustandoci sadicamente insensibili alle nostre urla di dolore .
Si divertivano a vederci soffrire eccitandosi delle nostre striature rossastre sulla pelle che col passare del tempo diventavano sempre più rosse .
Noi poveri ragazzi appesi come salami come unico mezzo di difesa a quelle frustate avevamo solo le gambe che a volte ci riparava , ma non bastava , le frustate arrivavano dappertutto .
Quando fini quella sofferenza ci slegarono e a suon di sculacciate ci fecero mettere alla pecorina su quel tavolo da dove presero le strisce di cuoio , ci baciarono il culo entrandoci fin dentro con la lingua poi ci fecero allungare di schiena sul tavolo a gambe aperte .
Vedevo quelle signore perdersi nel leccare e baciare quelle fighe aperte e vedevo il piacere negli occhi dei loro Uomini che a bocca piena a turno succhiavano sia me che Gianni .
Ora dovete fare la pipi e il primo o la prima che non la fa sarà frustato di nuovo .
Disse intervenendo Roselin che si era tenuta a distanza , invitò le signore a prendere posizione mettendosi col viso a pochi centimetri da quelle fighette aperte a filo del tavolo
poi appoggiate con le mani alle cosce aperte delle ragazzine le tre signore attesero il primo getto di pipi che arrivò come una cascata sui loro visi e sulle loro tette .
Se la bevvero quella pipi fino a riempirsi la bocca e se le leccarono quelle fighe che ancora pisciavano morendoci sopra .
Ora toccava a me e a Gianni pisciare .
Il direttore con due dita mi prese il cazzo oramai diventato piccolo poi invitò l'Uomo dagli occhiali spessi a posizionarsi in ginocchio a pochi centimetri dalle mie palle .
Dai piscia se non vuoi le frustate , disse il signor Paulesgovi strizzandomi un capezzolo .
Concentrandomi mi liberai della pipi .
Tramite le dita del direttore dell'orfanotrofio che guidava lo zampillo la mia pipi venne indirizzata sulla faccia dell'Uomo in ginocchio sotto di me .
Ricordo i suoi occhi dietro a quegli occhiali spessi mentre si faceva irrorare il viso a bocca aperta , ricordo le sue labbra mentre a occhi chiusi mi succhiava la cappella riempiendosi la bocca per poi sputarmi addosso il suo contenuto .
Gianni subì il mio stesso trattamento dagli altri due Uomini .
Ora tocca a noi pisciare !! disse la Donna vichinga alle altre signore esortandole a salire sul tavolo dove ancora distesi vi eravamo noi ragazzi .
Si posizionarono chine sulle nostre facce schifate da quello che ci stava per capitare e a turno aprendo il rubinetto ci irrorarono col loro piscio .
Io ricevetti sulla faccia il piscio della signore mora dai capelli lunghi che mentre pisciava si toccava la figa .
Gianni quella della Donna piccola e grassa dai capelli corti e neri .
Anche gli Uomini si unirono in quel vespasiano fatto di corpi adolescenziali posizionandosi in mezzo alle nostre gambe col cazzo in mano e mentre le Donne ci pisciavano accucciate sulla faccia i loro compagni ci pisciavano , sulla pancia e sulle tette alle tre ragazze , sul petto a noi due maschi .
Finito di pisciare ci leccarono per molto tempo la pipi che vi era restata sui nostri corpi
poi ci fecero alzare e ci condussero in una stanza attigua dove il pavimento era ricoperto di soffici pelli , le Donne si allungarono a gambe aperte , gli Uomini le montarono , e noi li in piedi a guardare .
Montate come delle troie godevano , vedevamo le loro espressioni , i loro sguardi mentre col cazzo nella figa ci guardavano .
Intervenne di nuovo Roselin che sempre in disparte come assistente prese una ragazza alla volta posizionandola sopra alla faccia delle tre ospiti della coppia padrona di casa , Ania la più piccola la mise china a gambe aperte con la figa sulla bocca della vichinga ,
Ortensia la più alta e snella la posizionò con la figa sopra alla bocca della Donna grassa , l'ultima ragazzina , forse la più timida ed ingenua la posizionò con la figa sopra alla bocca della signora mora dai capelli lunghi e la faccia severa .
Era un ansimare unico in quella stanza .
Gli Uomini che montavano le proprie signore intente a leccare quelle fresche fighette aperte e gocciolanti ancora pipi , il loro ansimare conosciuto sempre più in aumento , la loro complicità di coppia : sborrarono riempiendo le proprie Donne di piacere .
La dottoressa che seguiva quel racconto seduta sulla sua sedia , forse sbalordita da quelle violenze che subimmo noi piccoli ragazzi si alzò si avvicinò al lettino dove io ero allungato si denudò il seno e me lo diede da succhiare .
Capivo che i miei racconti la turbavano , ma non fino a quel punto .
Mi fece succhiare i suoi capezzoli , mi abbassò i pantaloni mi tirò fuori il cazzo poi
con una mammella in bocca e la sua mano che menava il mio cazzo venni .
Non la vidi più , le altre sette sedute le feci con un vecchio psichiatra al quale non raccontai quasi niente del mio passato .
Fine terzo capitolo
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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